È TEMPO DI GREST

 

Il GREST 2025, iniziato ormai dal 9 giugno, si sta rivelando ancora un’esperienza ricca e coinvolgente. Dove, il nucleo centrale è costituito dai bambini, con le loro voci, i colori, la vivacità e l’entusiasmo. Alla partenza, accanto ai sacerdoti e al gruppo degli adulti che curano i margini di riferimento e la cucina, abbiamo una squadra di trenta ragazzi-giovani. Gli stessi sono pronti a dare il meglio di sé per creare uno spazio di fraternità e divertimento.

 

Alla domanda che ho rivolto loro su quali motivazioni siano alla base della loro disponibilità, le risposte più frequenti sono state: l’amicizia, la ricerca del divertimento e il ricordo delle esperienze ricche degli scorsi anni. Molti hanno manifestato la consapevolezza di sentirsi responsabili per la buona riuscita delle tre settimane d’impegno in parrocchia.

 

E allora tutti a lavoro perché “Chi ben incomincia è a metà dell’opera”…

 

L’ambientazione fantastica ci riporta a gloriosi tempi del passato: per la prima settimana stiamo nella Grecia antica, precisamente nelle “polis” di Atene, Sparta, Delfi e Olimpia, per la seconda settimana ci ispireremo agli Etruschi che hanno abitato la nostra zona, mentre per la terza e ultima settimana avremo come riferimento gli antichi romani. Ogni giornata è strutturata, come sempre, in tempi di preghiera, riflessioni, attività formative e giochi. Non mancheranno le uscite, previste alla necropoli etrusca di Cerveteri e al centro di Roma. Direi che soprattutto viviamo l’esperienza che più di ogni altra è educativa, quella della vita insieme, da costruire con un forte senso di fraternità e accoglienza cristiana. Forse questa è la sfida più grande perché obbliga tutti a superare quell’individualismo che, a tutte le età, sembra essere imperante. Infatti, è fortemente radicata la mentalità di chi pensa che il proprio io (fatto di esigenze, gusti, stile, sensibilità, modo di vivere e di pensare) debba essere un obbligo per tutti. Quant’è difficile oggi educare i bambini all’altruismo e ad un minimo di capacità di immedesimarsi per cercare di vedere le cose dal punto di vista del prossimo. Questa capacità, credo sia alla base dell’accoglienza e della stima reciproca, ma anche della possibilità di essere protagonisti con gli altri nel costruire esperienze significative…

 

Direi che la più grossa difficoltà ravvisata nelle edizioni passate del Grest sia stata lo scoglio del superare le due espressioni che traducono una mentalità egocentrica o comunque di chi è abituato ad averla sempre vinta: “Non ne ho voglia!” e “Faccio quello che mi pare!”. Allora cerchiamo di entrare nella modalità del costruire insieme il bene comune, avendo come riferimento l’amore di Gesù.