PELLEGRINAGGIO PARROCCHIALE ALL’ABBAZIA DI FARFA
Sabato 27 gennaio: sono tornata da poco dal pellegrinaggio organizzato dalla nostra Parrocchia e, visto che mi è stato chiesto di raccontare come si è svolto, unitamente alle sensazioni che ne ho riportato, preferisco scrivere "a caldo". La destinazione della gita era l'Abbazia di Farfa e l'appuntamento per i partecipanti era stato fissato alle 8 davanti all’ ingresso della Cattedrale. Alle 7,30 già eravamo una decina; alle 7,50 eravamo tutti ma del pullman nessuna traccia. Per motivi non precisati è arrivato con solo un'ora di ritardo ma nell'attesa, da bravi cristiani, abbiamo esercitato la virtù della pazienza e, seguendo il suggerimento del diacono, siamo entrati in Chiesa a celebrare le Lodi al Signore. Finalmente alle 9 la partenza. Alle 10, puntuali, siamo arrivati a Farfa e una guida ci ha accompagnato all'Abbazia e ci ha raccontata la sua storia. Fu fondata da San Lorenzo Siro nel 500 e attraverso varie peripezie nei secoli, si presenta ora in tutta la sua bellezza e suggestione.
Nel 1928 per la sua bellezza architettonica e artistica fu dichiarata monumento nazionale; ha avuto momenti di grande splendore e periodi di decadenza e di distruzione seguiti sempre però da ricostruzioni e da rinascita. Oggi l'Abbazia è un centro di cultura e di spiritualità; ci vivono solo 8 monaci benedettini che, oltre al lavoro, dedicano la loro giornata alla meditazione e alla preghiera.
La nostra guida ci ha accompagnato a visitare l'annessa biblioteca ricca di oltre 60000 volumi tra cui preziosi manoscritti medievali. Un tuffo nel passato che ci ha trasmesso una profonda emozione. Conclusa la visita, Don Giuseppe ha celebrato la Santa Messa. Durante l'omelia si è soffermato molto a parlare della "fratellanza" e, commentando il vangelo della tempesta sedata, ha riportando la frase che Papa Francesco pronunciò durante il periodo in cui la pandemia ci aveva isolato: "Nessuno si salva da solo perché siamo tutti nella stessa barca". Una frase molto significativa anche per il senso del nostro pellegrinaggio, che ci dà la possibilità di conoscerci meglio e vivere in una comunità, solidale e umana.
A seguito della Messa siamo stati accolti nel monastero delle suore Brigidine con un ottimo pranzo; dopodiché abbiamo fatto una passeggiata nel Borgo dove abbiamo visitato le botteghe con prodotti artigianali. Abbiamo ammirato le ceramiche finemente dipinte, fatto acquisti nella Erboristeria monastica con ottimi prodotti alimentari e di cosmetica, osservato la meraviglia delle antiche armature medievali ad altezza naturale e tanti piccoli soldati e dame... Ci sentivamo avvolti in una atmosfera mistica e rasserenante, come se il frastuono del mondo fuori fosse lontano anni luce da noi e ci facesse vivere un momento di pace interiore. Alle 16 ci siamo riuniti tutti nella piazza principale per decidere se tornare direttamente a Roma o prolungare la visita fino a Fara Sabina per una passeggiata. A maggioranza è stata decisa questa seconda soluzione ma fortunatamente (almeno per me?) il pullman non poteva entrare in paese e siamo tornati a casa. Sto pensando ora che non era tanto la stanchezza fisica a farmi desiderare il ritorno quanto il desiderio di far sedimentare in me le ore intense passate e appaganti e riviverle. Grazie Don Giuseppe, grazie agli amici che hanno condiviso con me questa bella giornata e... alla prossima!
Wanda ROTINI