Anche quest’anno, siamo arrivati al Santo Natale e alle Feste collegate; fermiamoci davanti al presepe a contemplare il Bambinello tra Maria e Giuseppe: fissiamoli teneramente in silenzio. In questo silenzio adorante potremo trovare pace e serenità, e perché no, una profonda ispirazione alla gioia. E sì, perché quel Bambino nato più di duemila anni fa in una grotta a Betlemme, è Dio!
Già questo fatto è motivo per comprendere in modo nuovo la vita. Essa prende luce da questa verità: Dio è venuto a visitarci, a “porre la sua tenda in mezzo a noi”, è il Dio con noi. Ciò significa che siamo preziosi agli occhi dell’Altissimo e che Egli ci tiene a noi. Quindi ha a cuore che non ci perdiamo ma che raggiungiamo la metà del Suo Amore infinito: fonte di vera gioia, pace, amore totale e definitivo.
Egli è nato per vivere il mistero pasquale di morte (in croce) e di risurrezione. Dunque Dio non ha improvvisato ma, nel suo disegno provvidenziale di salvezza per gli uomini, ha deciso di inviare suo Figlio come uomo perché entrando nella morte la debellasse. Con ciò aprendo un varco verso la Vita, allo scopo di portare l’uomo mortale dietro di sé verso l’eternità.